![]() LE BUGIE PIÙ FAMOSE QUANDO SI E' A DIETA Potrebbe sembrare un aneddoto divertente, ma in realtà è l’esito di uno studio condotto da Timex attraverso una sorta di sondaggio-ricerca. Per ben 474 volte all'anno quindi una media di ben 9 volte a settimana, le donne mentirebbero sull'andamento della dieta. A fronte di risultati poco apprezzabili, si giustificherebbero con una sequela di ingenue bugie volte ad attribuire la ‘colpa’ del fallimento non al proprio comportamento, bensì a cause esterne e inintelligibili. Mentirebbero in particolare su alcoolici, cioccolato, dolciumi in genere, patatine, formaggi e prodotti da forno. L’elenco delle bugie emerse è infinito, ma si può riassumere come segue: 1) ne ho mangiato solo un pochino (almeno la metà di un pasto o una porzione esagerati) 2) mi concedo qualche dolce solo raramente (la vita è piena di momenti ‘rari’) 3) penso di stare leggera stasera (una pizza o una cena luculliana già in programma) 4) questo è l'ultimo spizzichino (fino a quando non terminano l’intera porzione) 5) faccio sempre i miei 5 pasti quotidiani (5+5) 6) sgarro solo adesso e poi basta (‘adesso’ inteso come uno dei tanti momenti della giornata) 7) non ho toccato nemmeno un biscotto (e ne hanno già mangiati 5, magari con una spalmata di Nutella) 8) ne ho bevuto solo un bicchiere (di bicchiere in bicchiere è finita la bottiglia) 9) non ho mangiato nulla a pranzo (solo 2 pacchetti di chips) 10) devo consumarli per forza altrimenti scadono (la scadenza è fra tre mesi) 11) oggi solo una sana insalatona (con contorno di patatine fritte al fast food) 12) un bicchiere di vino a tavola fa bene (ovvio, non una bottiglia) 13) uso solo mezzo cucchiaino di zucchero nel caffè (moltiplicato per 10 caffè) 14) assaggio per vedere com'è di sale (5 cucchiaiate mentre si prepara la cena) 15) bevo solo bevande senza zucchero (a litri interi) Bugie puntuali e sistematiche, forse per auto convincersi di essere ligie al dovere, oppure per evitare di ammettere lo ‘sgarro’ e non demotivarsi. Conclude la dottoressa Cassandra Maximenko, autrice dello studio: "Se nel breve periodo questo atteggiamento può aiutare a superare qualche imbarazzo nei confronti del loro partner o degli amici, a lungo andare non le aiuta a raggiungere gli obiettivi della perdita di peso e della forma fisica". Tra bugie presunte e mezze verità, noi sappiamo che è tutto molto relativo. Ma su una cosa non possiamo darle torto: i chili di troppo non mentono mai!
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![]() I frutti di bosco possono essere un'arma preventiva per i problemi cardiovascolari. Più in dettaglio, tre porzioni a settimana di fragole o mirtilli, pari a un peso di circa 450 grammi,ridurrebbero il rischio di infarto di un terzo nelle donne. Questi i risultati di uno studio condotto dalla Harvard School of Public Health di Boston e pubblicato sulla rivista Circulation. Più di 90mila donne con un'età compresa tra i 25 e i 42 anni sono state monitorate per diciotto anni. Ogni quattro anni le partecipanti hanno compilato un questionario sulle proprie abitudini a tavola. Durante lo studio sono stati registrati 405 casi di infarto. I ricercatori hanno incrociato i dati su alimentazione e attacchi cardiaci ed è emerso che le donne che consumavano più fragole e mirtilli avevano un rischio infarto ridotto del 32 % rispetto a coloro che ne consumavano meno, a parità di tutti gli altri fattori come, per esempio, età e peso. Per gli scienziati è possibile che il potere salva-cuore dei frutti di bosco derivi dal loro alto contenuto in antiossidanti, in particolare certi tipi di flavonoidi detti antocianine. Fonte: TgCom24 la notizia in rete » ![]() Secondo una ricerca dell'Università di Bristol, in Gran Bretagna, ben 8 persone su 10 potrebbero fare a meno del deodorante perché il loro sudore è "geneticamente" profumato. O meglio neutro, vale a dire non predisposto a quella degradazione batterica che produce profumi sgradevoli. Lo studio, pubblicato sul Journal of Investigative Dermatology, ha esaminato circa 6.500 donne e ha dimostrato che il 2% ha una variante genetica rara, il gene ABCC11, il gene che non fa produrre olezzi. Di questo gruppo, il 78% delle donne, le più fortunate, adoperano comunque spray e stick per mettere in sicuro le ascelle dal rischio di sudore maleodorante, pur non avendone bisogno. Infatti, come spiega Santiago Rodriguez, autore dello studio, "riteniamo che queste persone semplicemente continuino a seguire inconsapevolmente una norma socio-culturale non necessaria dato che la variante genetiche permette loro di non emanare cattivi odori sudando". Profumarsi è quindi un gesto prima di tutto sociale, un elemento di comunicazione, che viene scelto anche quando non ce n'è bisogno. Tuttavia, la ricerca potrebbe aiutare alcune persone ad evitare prodotti chimici e i loro rischi. La nuova frontiera della cosmesi, quindi, potrebbe essere un test genetico in grado di descrivere il profilo di ogni utilizzatore di prodotti di bellezza, profumi e deodoranti in testa. Fonte: IlSole24Ore la notizia in rete » ![]() Rischio coliche renali se ingeriamo cibo caldo servito nei piatti di plastica. Sarebbe questa la recente scoperta fatta da un gruppo di ricercatori della Kaohsiung Medical University (Taiwan), che hanno studiato le conseguenze dell'utilizzo dei piatti di plastica per la nostra salute. Ebbene, a quanto sembra sarebbe meglio se iniziassimo ad optare per i piatti di ceramica da ora in poi, perché - almeno stando a quanto spiegato dai ricercatori diretti dal dottor Chia-Fang Wu - mangiare all'interno dei piatti di plastica renderebbe più vulnerabili ai calcoli renali. Lo studio, i cui risultati sono stati pubblicati sulla "JAMA Internal Medicine", è stato condotto su un gruppo di volontari divisi in due gruppi: il primo gruppo ha mangiato della minestra calda in dei piatti di plastica (melamina), mentre il secondo gruppo avrebbe utilizzato comuni piatti di ceramica. Dopo il pasto, i volontari hanno consegnato dei campioni di urina ad intervalli regolari, e dopo 21 giorni hanno consumato per una seconda volta lo stesso pasto, questa volta però invertendo i piatti, ed hanno riconsegnato nuovamente dei campioni di urina dopo aver mangiato. Secondo quanto emerso, pare che livelli di melamina varierebbero in base al piatto utilizzato. Una media di 8,35 microgrammi per chi aveva utilizzato piatti di plastica contro una media di 1,3 microgrammi per chi ha utilizzato dei piatti in ceramica. Pare dunque che i piatti di plastica possano rilasciare delle grandi quantità di melamina(sostanza che potrebbe far aumentare il rischio di ammalarsi di calcoli renali), soprattutto se utilizzati per mangiare dei cibi molto caldi, ed è quindi preferibile utilizzare stoviglie di ceramica. Fonte: Blogosfere la notizia in rete » ![]() Ci si addormenta prima,ma riposo non e' ristoratore, ridotta fase rem Bere alcolici prima di andare a dormire sconvolge il ciclo del sonno e può anche provocare insonnia. E' questa la conclusione di uno studio del London Sleep Centre, pubblicato sulla rivista 'Alcoholism: Clinical and Experimental Research', secondo cui anche se il cosiddetto bicchiere della staffa aiuta ad addormentarsi più velocemente, in realtà ci priva di una delle fasi del sonno più soddisfacenti, quella REM in cui si sogna. Inoltre, bevuto troppo spesso, l'alcol può causare anche insonnia. ''Uno o due bicchieri possono essere utili nel breve periodo - spiega Irshaad Ebrahim, uno degli autori dello studio - ma se presi in modo continuativo possono provocare diversi problemi. Se si beve, è meglio aspettare 1,5-2 ore prima di andare a letto, in modo che l'alcol sia già stato metabolizzato. Le persone inoltre possono diventare dipendenti dall'alcol per dormire, avere un sonno meno ristoratore e iniziare a russare''. I ricercatori inglesi hanno revisionato oltre un centinaio di studi, e scoperto che l'alcol cambia il sonno in tre modi: ne accelera l'inizio, facendo addormentare più in fretta; fa cadere in un sonno molto profondo; il sonno diventa più frammentato e meno piacevole nella seconda parte della notte. L'alcol riduce il tempo della fase REM, in cui si sogna, e il sonno diventa quindi meno ristoratore. Fonte ANSA La notizia in rete >> Una corretta detersione del viso è un gesto di bellezza fondamentale, che contribuisce a combattere i primi segni di invecchiamento cutaneo e - come suggerito dalle estetiste e dai dermatologi - mantiene la pelle elastica e luminosa.
Grazie a una pulizia profonda e quotidiana dell'epidermide, si possono infatti rimuovere le impurità che si sono accumulate nel corso della giornata: tracce di sebo, smog e polveri sottili, che ostruiscono i pori riducendo l'ossigenazione della pelle e rendendo quindi meno efficace l'azione dei prodotti cosmetici applicati successivamente. Per detergere il viso in modo equilibrato, è opportuno scegliere il tipo di prodotto che maggiormente si addice alle specifiche esigenze individuali. Se la pelle è tendenzialmente secca, sensibile e delicata, è preferibile scegliere un latte detergente emolliente, da rimuovere con un dischetto di cotone. Se l'epidermide è mista o grassa, è meglio optare per un detergente dall'azione dolce e riequilibrante, formulato in gel o in mousse da utilizzare a risciacquo: l'impiego di prodotti aggressivi determina infatti un aumento della secrezione sebacea da parte delle ghiandole, peggiorando la situazione. Se invece la pelle è matura, tende a disidratarsi e cedere più facilmente: in questo caso, è preferibile un prodotto detergente dotato di una lieve azione scrub, per riattivare la microcircolazione e migliorare il tono cutaneo. Il tonico - da applicare sempre dopo la pulizia tramite un dischetto di cotone - ha lo scopo di ripristinare il fisiologico pH cutaneo asportando i residui di tensioattivi; in più, lascia sull'epidermide una gradevole sensazione di freschezza. Può essere lenitivo o lievemente astringente, rispettivamente per cuti secche o miste. La detersione del viso andrebbe effettuata due volte al giorno: se la sera rimuove le impurità e ogni residuo di trucco, al mattino, elimina le cellule morte e il sebo che si è depositato sulla pelle durante la notte, migliorandone l'ossigenazione e preparandola ad assorbire più facilmente i trattamenti successivi. Se non visualizzi bene questa newsletter guarda la versione on line
![]() Patate, aglio e cipolle sono tra i doni dell'orto che richiedono una maggiore attenzione relativamente alla loro conservazione. Se tenuti per lungo tempo ad una temperatura inadatta, essi possono germogliare e ciò, nel caso delle patate, può comportare la formazione di sostanze tossiche a causa delle quali potrebbero non essere più commestibili. Chi ha a propria disposizione una cantina che rimane fresca per tutto l'anno potrà facilmente ovviare al problema, ma anche coloro che devono accontentarsi di una dispensa casalinga o del mobiletto della cucina potranno mettere in pratica alcuni accorgimenti per prolungare la durata sia delle patate che dell'aglio e delle cipolle. |