I più bei Giardini Verticali del mondo: un viaggio nel verde che vince il grigiore urbano20/12/2012 di Silvia Lac - Fonte: greeme.it Negli ultimi anni si è parlato spesso di giardini verticali come di una moderna ed efficace panacea allo sviluppo disordinato di molte città. Laddove la superficie destinata alle aree verdi è ridotta e sacrificata dalla espansione architettonica, ecco che il giardino verticale diventa il respiro ricercato dai più allo stringente soffocamento urbano. Un tema sentito di cui abbiamo avuto più volte l’occasione di trattare grazie ad illustri esempi, italiani e non, che ci dimostrano come con il termine “giardino verticale” non si debba incorrere nell’errore di immaginarsi qualcosa di chiuso e confinato. Proprio nel momento in cui scardina la più ovvia idea di crescita orizzontale del verde, ecco che il giardino verticale dà vita ad una miriade di soluzioni possibili mostrandosi vincente perché capace di adattarsi, nei modi più creativi, alle esigenze dettate dalle realtà in cui va ad inserirsi. Vediamo insieme le diverse forme che il verde può assumere: non c’è modo più facile che quello di passare in rassegna i più bei giardini verticali in Italia e nel mondo. Avevamo già visto quest’estate come possa diventare elemento architettonico con funzione di parete. Come dimenticare lo splendido esempio del Centro Commerciale Fiordaliso di Rozzano (VEDI ARTICOLO). FOTO: vedi la gallery di immagini del giardino verticale a Rozzano (MI) Un progetto la cui straordinarietà, frutto del perfetto concerto tra intelligenza manageriale e alta competenza tecnico-botanica, è: nelle dimensioni, ben 1250 i metri occupati un record nazionale ad oggi, e nella ricchezza della biodiversità presente, studiata per resistere al particolare clima milanese e dare il meglio di sé con effetti cromatico-scenografici legati al trascorrere delle stagioni. Quando va a coprire grandi superfici e coinvolge l’utilizzo di arbusti grandi e medie dimensioni allora si parla dibosco verticale. Un concetto già trattato nell’analisi del progetto di riforestazione urbana in corso a Milano, denominato Porta Nuova (VEDI ARTICOLO). Oltre 300 mila metri quadrati dedicati all’applicazione delle più moderne soluzioni green che trova uno dei suoi elementi più qualificanti proprio nel grandioso Bosco Verticale che ricoprirà la Torre D ed E progettata dallo Studio di Architettura Boeri per il quartiere Isola. Una soluzione che affascina per il suo aspetto di creatura vivente, in costante trasformazione così come è vissuta dalla più recente architettura dinamica di David Fisher. Con il giardino verticale è “il tempo” a entrare come concetto nella progettazione architettonica, ne è esemplare Harmonia 57 dell’innovativo quartiere ovest di San Paolo del Brasile, opera dello studio di architettura Triptyque. Qui la struttura è concepita come un corpo umano di cui il sistema di irrigazione a vista diventa l’apparato circolatorio essenziale alla crescita di quel verde, presente allo stato embrionale, che come una seconda pelle ricoprirà l’edificio. FOTO: vedi la gallery di immagini del progetto Harmonia 57 a San Paolo del Brasile Ma il verde si può trasformare anche in quadro, come, abbiamo visto, è accaduto in Trafalgar Square a Londra (VEDI ARTICOLO), nuovo punto di incontro per gli amanti dell’arte e del green. Qui la National Gallery ha lasciato spazio all’estro di Madre Natura che ha dato la sua personale interpretazione del Campo di grano con cipressi di Vincent Van Gogh, opera realizzata dalla Ans Group. FOTO: vedi la gallery del muro verde a Trafalgar Square, Londra E può veramente diventare “ponte” verso un nuovo stile di vita che cambia faccia alle città, quando va a ricoprire le più grigie infrastrutture. E’ questo il caso del ponte di Aix En Provence che attraversa l’Avenue Max Juvénal. La facciata di Sud-Ovest è ancora quella triste di un elemento senza vita, ma visto da Nord Est diventa un tripudio di colori e forme in movimento che catturano lo sguardo di chi passa invitando quasi a soffermarsi, a trattenersi nella cittadina francese, come il più caloroso benvenuto. FOTO: vedi la gallery di fotografie del progetto Pont Max Juvenal ad Aix en Provence E ancora di ponte ma in questo caso di collegamento tra passato e presente si può parlare con l’intervento realizzato a Madrid da Patrick Blanc. La parete verde alta 24 metri contraddistingue uno dei lati dellaCaixa Forum, il Museo d’Arte Contemporanea progettato da Herzog & de Meuron e nato dal recupero di una delle più importanti e uniche emergenze cittadine di architettura industriale: la vecchia centrale elettrica di Madrid. L’impatto visivo è reso straordinario dall’utilizzo di ben 15000 piante appartenenti a 250 specie diverse che conferiscono movimento alla parete. Come una quinta scenica la vegetazione si prepara a dare vita ad uno spettacolo unico: il divenire sotto gli occhi di tutti della natura nella sua energia ribelle. Il gioco di linee sinuose ne esprime perfettamente la frizzante vitalità e accompagna il quotidiano aggregarsi della vita cittadina nello spazio pubblico antistante, strizzando l’occhio e, al contempo, invitando il turista a visitare il vicino Giardino Botanico, dove le specie vegetali verticali possono essere ammirate nella loro orizzontale dimensione quotidiana. FOTO: le più belle immagini del progetto Caixa Forum a Madrid La parete verde perde i propri confini e diventa “specchio del mondo” quando semplicemente annusando l’aria è possibile sentire il profumo del proprio paese mescolarsi a quello di terre lontane, è questo quello che accade ogni volta che si passa davanti al Quai Branly Museum a Parigi, poco distante dal più noto simbolo cittadino, la Torre Eiffel. Nato da un progetto di Jean Nouvel, la struttura è scrigno del più prezioso patrimonio mondiale: una raccolta di oltre 30000 opere rappresentanti le civiltà primitive delle Americhe e di Asia, Africa e Oceania. Un tuffo nelle proprie origini, in una dimensione senza tempo che si riflette nell’ambiente circostante, dove è la natura a farla da padrona. Per preservare quest’aspetto il lato che affaccia sulla Senna presenta unbellissimo esempio di integrazione tra giardino verticale e architettura. L’atmosfera è fiabesca, tanto che guardando la parete, mossa da sempreverdi alternati ad essenze floreali, si ha l’impressione di trovarsi all’entrata di un bosco magico, mentre nelle finestre, di quella che appare un’abitazione elfica, si staglia l’azzurro di una città in movimento. La natura qui sembra regalare a Parigi un soffio di aria internazionale nel vero senso della parola: per realizzare gli 800 mq di verde sono state messe a dimora 15.000 piante provenienti da Giappone, Cina, Europa centrale e Stati Uniti. Un giro del mondo prêt-à-porter! FOTO: vedi tutte le immagini del giardino verticale presso il Quai Branly Museum Il verde si trasforma pure in “prezioso tessuto” quando viene a contatto con il mondo della moda. La chiamano ars topiaria ed è la moderna evoluzione di quei giardini all’italiana che contraddistinguono i palazzi dei signori dal Cinquecento in poi. In questo caso è l’uomo a dare la regola alla natura, a trasformarla in strumento. E’ questo quello che è successo con Topiade, l’ambizioso progetto di eco design che ha portato al restyling del negozio Louis Vuitton ad opera del Gas Design Group. Un effetto finale che impressiona perché il verde qui acquista la proprietà serica del tessuto. FOTO: vedi la gallery delle immagini più belle di Topiade Il giardino diventa simbolo di “ospitalità” quando va a ricoprire gli alberghi della città, come l’Hotel Athenaeum a Londra. Il green wall che ricopre con la sua pacifica ombra questo prestigioso albergo sembra dialogare in soluzione di continuità con il vicino Green Park. Ben 12.000 le piante trapiantate da un’equipe di giardinieri-arrampicatori che hanno curato nel dettaglio l’ancoraggio alla facciata della gabbia portante in alluminio. La struttura, di circa 6 cm di spessore, è studiata per offrire le migliori condizioni di vita alle specie presenti, grazie alla presenza del feltro che applicato sul PVC assicura una distribuzione omogenea dell’acqua in tutte le parti del giardino. Un metodo di rivestimento studiato da Blanc che permette il costante approvvigionamento idrico di acqua piovana e fertilizzanti. Tra le varietà botaniche da citare la presenza di ficus, felci, filodendri e fatsie, specie che crescono di consueto sulle pareti rocciose delle zone tropicali e che hanno dimostrato quindi la loro particolar resistenza a condizioni estreme. Per ridurre al minimo la necessità di manutenzione e lasciare ampio spazio alla spontaneità della natura sono state privilegiate le sempreverdi, presenti circa all’80%, uno sfondo cromatico perfetto per enfatizzare le colorazioni delle piante stagionali. Alla base del successo di questa installazione è la disposizione delle specie a seconda della diversa altezza. La collocazione, frutto di un’analisi approfondita del comportamento della vegetazione, è studiata per rispettare e creare le migliori condizioni di vita per ogni pianta, a dimostrarlo è ad esempio la sistemazione delle rarissime ortiche asiatiche a livello del suolo, dove l’ombra è condizione ottimale di crescita, e nella parte più elevata e luminosa della parete, delle varietà più resistenti ad umidità e freddo. Con i giardini verticali la Natura torna a vivere in città, ai piani alti.
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