“Tutti al mare, tutti al mare - diceva una vecchia canzone - a mostrar le chiappe chiare”. E già, quando si arriva al mare la pelle è inevitabilmente chiara e solo alla fine dell’estate ha preso il suo colore bronzeo. Ma il sole fa bene o male? E soprattutto come esporre neonati e bambini piccoli. La maggior parte delle famiglie si precipita alla ricerca del filtro solare perfetto, da applicare su tutta la superficie corporea e… stare tranquilli. Ma le cose sono sempre più complicate di quello che sembra. Sul portale ufficiale dedicato alla salute pubblica dell’Unione Europea compaiono indicazioni un po’ diverse. L’avvertimento è chiaro: i neonati e i bimbi piccoli usare filtri solari a elevata protezione e in ogni caso non dovrebbero essere esposti alla luce diretta del sole sulla spiaggia (dovrebbero stare sotto l’ombrellone, se ancora non camminano). E quando stanno al sole dovrebbero essere protetti da cappellino e camicetta. Lo dice chiaramente l'immagine che vedete. A allora niente mare? Ma no, tutti al mare… ma al fresco sotto l’ombrellone e, soprattutto i primi giorni, con cappellino e maglietta.
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La settimana scorsa abbiamo già parlato del sistema nervoso simpatico e parasimpatico, e di come il metabolismo sia direttamente influenzato dalla predominanza di una parte del sistema o dell'altro.
Un'altro dato interessante per capire meglio il nostro rapporto con il cibo e le conseguenze che alcuni alimenti hanno sul nostro corpo, è individuare il nostro biotipo nutrizionale. Addentrarsi nella 'scienza dei biotipi' non è così semplice, infatti negli anni sono stati formulati diversi tipi di classificazioni, per identificare e classificare tipologie differenti con obiettivi di indagine differenti. Per quanto ci riguarda ci affidiamo agli studi fatti dal professore francese Jean Vague intorno agli anni quaranta, che descrivono un sistema di classificazione utile a identificare le zone caratteristiche di distribuzione e accumulo del grasso corporeo, a cui sono collegate particolari morfologie e predisposizioni patologiche. Nella classificazione di Jean Vague i biotipi sono definiti costituzionali e sono di due tipologie:
La diversa distribuzione dei lipidi è dovuta alla predominanza degli ormoni sessuali sul tessuto adiposo: testosterone e cortisolo nella costituzione androide, estradiolo e estrogeni nella costituzione ginoide. Il testosterone riduce il numero e il volume delle cellule adipose, mantiene una muscolatura più sviluppata ma è associato all'accumulo adiposo viscerale, cioè all'accumulo di grasso nello spazio tra gli organi interni; gli estrogeni invece tendono ad aumentare sia il volume che il numero delle cellule adipose nella parte inferiore del corpo. Fonte: promobellezza.it Continuando la nostra panoramica sulla scienza dei biotipi e la corretta alimentazione, oggi parliamo del biotipo androide, o biotipo della donna a mela. Questa tipologia non è diffusissima tra la donne, anzi è più caratteristica del genere maschile, ed è facilmente riconoscibile: l'organismo assume la cosiddetta forma a mela, o di obesità centrale, con il tessuto adiposo distribuito maggiormente in settori come l'addome, il petto, le spalle e la nuca, con un accumulo maggiore sulla vita piuttosto che sui fianchi (come nel biotipo ginoide). La diversa distribuzione dei lipidi è dovuta alla predominanza degli ormoni sessuali sul tessuto adiposo: testosterone e cortisolo nella costituzione androide, estradiolo e estrogeni nella costituzione ginoide.
Secondo uno studio condotto dalla Food and Nutrition Research Institute, l'ente per la ricerca sulla nutrizione e il cibo, le persone riconducibili fisicamente a un modello androide sono a rischio per malattie legate all'obesità, hanno una maggiore incidenza di malattie coronariche e di sindromi legate al diabete. Per quanto riguarda l'alimentazione il soggetto androide è maggiormente attratto dalle proteine animali, per questo nella dieta è necessario contenere la quantità di proteine di origine animale e sostituirle con proteine magre. Anche la quantità di carboidrati andrebbe ridotta, e comunque andrebbero preferiti i cibi integrali. Una dieta ricca di frutta e verdura con un regolare esercizio fisico può aiutare sicuramente questo biotipo; in questo caso i risultati dell'attività fisica sono molto più immediati rispetto alla tipologia ginoide: l'adipe della tipologia androide, è più facile da smaltire nel breve periodo. Per il soggetto androide inoltre è molto importante ripartire i nutrienti durante la giornata, in base soprattutto alla quantità di cortisolo che viene secreto: la dieta ideale prevede quindi carboidrati dal primo mattino fino al pranzo compreso, e proteine dallo spuntino del pomeriggio fino a fine giornata. Fonte: promobellezza.it Se qualcuno non si ritrova nel biotipo androide sicuramente si identificherà nel biotipo ginoide, ovvero quello della donna a pera.
Questa tipologia è molto diffusa tra la donne, ed è facilmente riconoscibile: l'organismo assume la cosiddetta forma a pera, data dall’accumulo di grasso corporeo nella parte inferiore dell’organismo: anche, natiche, cosce, parte dell’addome posta sotto l’ombelico. La predisposizione ad accumulare grasso nei fianchi, glutei e cosce della donna in età fertile è necessaria a garantire nell’età fertile una riserva di energia necessaria per contrarre e portare a buon fine una gravidanza e a mantenere il corpo femminile a una temperatura corporea costante. Il corpo femminile ha un basso metabolismo basale, richiede quindi un numero contenuto di calorie giornaliere e questo ha protetto la donna in periodi di gravi carestie e carenze alimentari, facendo sopravvivere la specie umana. Questa tendenza ormonale determina una predisposizione dei tessuti a rilassarsi, problemi di ritenzione idrica (e quindi di cellulite), disturbi della circolazione venosa e linfatica (gonfiori alle gambe, varici). Per quanto riguarda la dieta, il biotipo ginoide ha un forte desiderio di carboidrati, e quindi è consigliabile puntare su altri alimenti: proteine, che creano muscoli al posto del grasso; frutta e verdura, ricca di Sali minerali e che favoriscono la ritenzione idrica. Vanno poi limitati gli zuccheri, che vengono accumulati velocemente dall’organismo e il sale, sempre per evitare la ritenzione idrica. La dieta anche in questo caso va coadiuvata con attività aerobica; in particolare, visti i problemi di circolazione e di ritenzione idrica del biotipo ginoide, saranno utili attività in acqua, come il nuoto e l’acquagym e massaggi linfatici e drenanti. Saranno invece da evitare le attività sedentarie, le scarpe strette, i tacchi alti e le fonti di calore: la circolazione periferica ne gioverà, e anche la cellulite sarà evitata. Fonte: promobellezza.it Fianchi larghi e seno piccolo? O pancetta e seni abbondanti?
La 'scienza dei biotipi' non è così semplice; negli anni sono stati formulati diversi tipi di classificazioni, per identificare e classificare tipologie differenti con obiettivi di indagine differenti. Molte di noi si ritroveranno nel biotipo di donna a pera, questa tipologia è molto diffusa, ed è facilmente riconoscibile: l'organismo assume la cosiddetta forma a pera, data dall’accumulo di grasso corporeo nella parte inferiore dell’organismo: anche, natiche, cosce, parte dell’addome posta sotto l’ombelico... Se non visualizzi bene questa newsletter guarda la versione on line Promozione della settimana
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